AQUASCAPING e TECNICHE DI ALLESTIMENTO: Iwagumi, Ryoboku, Biotopo

AQUASCAPING e TECNICHE DI ALLESTIMENTO: Iwagumi, Ryoboku, Biotopo

tumblr_oj9gs6KZRH1s3c1oao1_1280Dal termine inglese “landscape” che vuol dire paesaggio, siamo arrivati ad “aquascape” ovvero paesaggio acquatico, l’ Aquascaping è quindi l’ arte di creare o arredare il proprio acquario con ambientazioni suggestive e di grande impatto scenico oppure ricreazioni di biotopi esistenti in natura. Per poter realizzare un acquario con paesaggio “funzionante” sia biologicamente (ciclo dell’ azoto ben avviato) ma anche visivamente, ci sono delle regole base che se eseguite correttamente daranno degli ottimi frutti e vi faranno risparmiare fatica o spese inutli. Seguendo i consigli di uno dei massimi esperti in Aquascaping, il famoso Takashi Amano (1954 – 2015), andiamo a conoscere quali sono vedendo punto per punto le fasi di allestimento di una vasca:

Elgol1 – Come tutti sapete la prospettiva e i dislivelli tra la parte posteriore e anteriore della vasca sono importantissimi, quindi andrete a creare degli appoggi per le eventuali pietre o legni, utilizzando degli spessori come il polistirolo, la lana di perlon, della ghiaia porosa o pezzi lateritici. La cosa importante da notare quando posizionate questi materiali è di non farli combaciare con i bordi della vasca, causerebbero effetti antiestetici dai punti di vista frontali e laterali. Ricordati inoltre che lo spessore della parte frontale non deve superare i 2 / 3 cm di spessore per non risultare antiestetico.

Immafdfgine2 – Dopo aver scelto il punto di maggior visuale della vasca, inizierai a posizionare il così detto “hardscape” ovvero la parte ossea e strutturale, tutto ciò che rimarrà invariato. Costruirai con legni o pietre, secondo la regola aurea una sorta di V o triangolo che avrà come apice, in altezza, la parte più lontana dal punto di visualizzazione. Inoltre installerai il getto dell’ acqua in modo che il flusso crei un movimento della vegetazione, dal punto posteriore più alto al punto anteriore più basso.

dsfdsfd_2 copia3 – Dopo la strutturazione dell’ hardscape riempire le zone con gli inerti in questa sequenza:

  • strato di ghiaia porosa che servirà a permettere il flusso dell’ acqua ossigenado le zone normalmente anaerobiche e permettendo il nutrimento corretto alle radici delle piante e la proliferazione di batteri Nitrificanti come Nitrosomonas e Nitrobacter.
  • Stendere fertilizzante in polvere o terriccio fertile per pemettere alle piante di trarre nutrimento non solo dall’ acqua ma anche dal terreno.
  • Ultimo strato composto generalmente da terra allofona o terra fertilizzata per le zone da piantumare oppure sabbia o ghiaia inerte cosmetica, sempre rispettando i dislivelli. Ricordarti di utilizzare la parte fertilizzata per la piantumazione e la parte cosmetica per i punti di visuale più bassi, inoltre fai attenzione a non creare zone anaerobiche e quindi pericolose per i batteri, con strati troppo alti di ghiaie inerti. Riduci al minimo lo strato frontale cosmetico, max 1 / 2 cm.

 

Immasdfdsgine4 – A questo punto sei pronto per aggiungere tutti i dettagli del caso, ovvero inerti di varie pezzature e brecciolini, da incastrare nelle rocce o da mettere sui vialetti. Solitamente sono composti dallo stesso materiale utilizzato per l’ hardscape come pietre sminuzzate o piccoli legni e servono per rendere tutto più naturale e simile alla realtà della natura. Fai molta attenzione alla forma e ai colori di questi ultimi e assicurati che siano adeguati poichè sono i dettagli che fanno la differenza.

Immadddgine5 – Finita la parte di “Hardscape” inizia la piantumazione ovvero l’ inserimento dei vegetali nel terriccio o nella sabbia. Esistono piante così dette “da primo e da secondo piano” a seconda della loro crescita in altezza o in larghezza,  inoltre dovrai conoscere le caratteristiche specifiche e di richiesta di luce per scegliere posti più o meno esposti alla luce e più o meno profondi nella colonna d’ acqua. Dopo aver immesso un’ pò di acqua in acquario per facilitarti il lavoro, pianterai nel substrato, con gli appositi strumenti, quelle da secondo piano ovvero quelle a stelo più alte, nella parte posteriore cercando di assecondare il flusso della corrente. Dopodichè passerai alle piante da primo piano nella parte anteriore, ovvero quelle più basse e spesso tappezzanti. Esistono poi altre piante le così dette “epifite” che non hanno bisogno di essere messe nel substrato e si possono attaccare per mezzo di fili che verranno rimossi in seguito o incastrare negli arredi come legni e pietre, tenderanno col passare del tempo ad aggrapparsi con le radici agli oggetti. Ultimo consiglio, ricorda di contrastare bene i colori per dare maggior profondità alla tua composizione e sopratutto tieni sempre bene a mente le proporzioni delle foglie in relazione con l’ acquario, se quindi vorrai creare un paesaggio “visto da lontano” utilizza piante a foglia e stelo piccolo, se invece vorrai creare uno scorcio “visto da vicino” come un letto di fiume o un biotopo allora utilizza piante a stelo e foglia grande. (Per maggiori informazioni sulle piante visita la nostra sezione dedicata alle schede tecniche descrittive)

Gli stili che generalmente puoi adottare per allestire un’ acquario sono sostanzialmente di tre tipi, Takashi Amano li ha suddivisi in Iwagumi e Ryoboku oppure misto e Biotopo, adiamo a conoscerli nel dettaglio:

IWAGUMI

 

Iwagumi-Aquascape-Style_2Il termine Iwagumi, è utilizzato nella costruzione dei giardini giapponesi, in riferimento alla disposizione delle rocce al fine di ricreare un paesaggio naturale roccioso. Questo tipo di allestimento è sostanzialmente cotituito da pietre e deve rispettare alcuni principi, che sono fondamentali:

 

  • Le rocce devono essere tutte dello stesso tipo, colore e disegno, per omogenizzare e rendere naturale il layout, ma di grandezza diversa. (per conoscere meglio i tipi di roccia da acquario guarda l’ articolo dedicato alle pietre)
  • La roccia principale, (la più grande), deve essere posizionata ai 2/3 della lunghezza della vasca, secondo la regola aurea. Le restanti rocce si posizioneranno a scalare cercando di dare la massima profondità e naturalezza al panorama.
  • Le rocce devono essere dispari, in modo da bilanciare e dare armonia al layout.
  • Nel posizionare le rocce, occorrerà guardare le venature e orientarle tutte nello stesso senso perché anche se di dimensioni diverse saranno concatenate tra loro e accentueranno il senso del flusso dell’ acqua.
  • Il materiale di fondo dovrà essere distribuito tra le rocce cercando di conferire profondità al layout, e avendo uno spessore che va dai 2 -3 cm frontali agli oltre i 10 – 20 cm verso il fondo.
  • Negli allestimenti Iwagumi, anche se è una cosa soggettiva e dipende dai propri gusti, Takashi Amano utilizza sempre poche specie di piante, spesso mescolandole tra loro. Eleocharis vivipara o Blyxa echinosperma, per la zona posteriore invece Riccia fluitans, Glossostigma elatinoides, Echinodorus tenellus ed Eleocharis parvula per il primo piano, attorno alle pietre.

 

RYOBOKU

 

gallery_25364_1701_2320965La parola Ryoboku, traducibile in inglese “driftwood” ovvero legno alla deriva, rappresenta gli acquari allestiti con i legni. I criteri di allestimento sono simili a quelli dell’ Iwagumi come il posizionamento dei pezzi in modo uniforme ed i tipi di legno omogenei tra loro. Takashi Amano prevede però tre tipi di composizioni:

 

  • Centrale: i legni sono posizionati all’interno di triangolo con il vertice orientato verso l’alto, composizione centrale per dare stabilità ed equilibrio al layout.
  • Laterale: i legni sono posizionati in uno dei due lati e orientati verso il centro, composizione laterale per dare instabilità e dinamismo al layout.
  • A forma di “V”: i legni sono posizionati ad entrambi i lati lasciando uno spazio vuoto centrale, la composizione è a V per dare molta profondità al layout.
  • Negli allestimenti Ryoboku, anche se è una cosa soggettiva e dipende dai propri gusti, Takashi Amano utilizza sempre poche specie di piante epifite che quindi si possono attaccare ai legni, spesso mescolandole tra loro: Microsorium, Anubias e Bolbitis, e vari tipi di muschi.
  • Lo scopo del Ryoboku è quello di rappresentare parti di foreste o boschi cresciuti naturalmente, quindi si potrà osare fuoriuscite di gambi o tronchi dalla vasca e se vogliamo si potrà unire le due tecniche utilizzando rocce, legni e vegetazione. (per conoscere meglio i tipi di legno da acquario guarda l’ articolo dedicato)

 

 BIOTOPO

 

maxresdefaultCon il termine Biotopo si intende un’area di limitate dimensioni ad esempio uno stagno o un fiume, in cui vivono organismi vegetali ed animali di una stessa specie o diversa, che nel loro insieme formano una biocenosi. Biotopo e biocenosi formano una unità funzionale chiamata ecosistema. In Aquascaping quindi, o in fase di allestimento di un Biotopo dovrai tenere conto di moltissimi fattori composti da caratteristiche specifiche, non facilmente riproducibili. In tali casi, il biotopo può rivestire particolare importanza in quanto può rappresentare l’unico luogo dove vivono specie autoctone. Capito questo ti renderai conto che se vuoi realizzare un biotopo devi rispettare fermamente tutti dettagli della zona che vorrai riprodurre:

  • Specie di pesci ed invertebrati in testa alla catena alimentare di quel luogo.
  • Tipo e disposizione dell’ hardscape, composto da eventuali tipi di legno, roccia, terreno ed elementi biologici presenti in quella zona.
  • Riproduzione dei valori dell’ acqua PH, GH, KH, Niriti, Nitrati presenti in quel luogo ed in quel periodo dell’ anno.
  • Riproduzione temperatura dell’ acqua e se possibile umidità dell’ aria sulla superficie.
  • Riproduzione della irradiazione luminosa, Lumen, indice di resa di colore IRC RA, Temperatura di colore °Kelvin e Fotoperiodo di quella zona in quel periodo dell’ anno.
  • Alimentazione adeguata agli esseri viventi animali di quel luogo.
  • Fertilizzazione e concimazione adeguata per i vegetali presenti in quella zona.